Il dialogo tra il Papa e l'ateismo

Salve!
Per questo post mi è stato ispirato da alcuni video, abbastanza divertenti, assurdi, "non so e non ne capisco lo scopo", che girano su youtube in varie versioni. 

Tutti video fatti al computer con l'IA "intelligenza artificiale", alcuni di buona-media qualità, altri di pessima qualità di realizzazione.

Ma comunque tutti mostrano il Papa attuale che discute con un professore ateo, "discute", il professore è accalorato e grida, mentre il Papa è calmo e pacato, poi ad un tratto, dopo un affermazione del "Pontefice" il professore si inginocchia e si converte, inutile dire che in alcuni casi, prima che si svelasse l'inganno, i commenti bigotti, di parte e di integralisti della peggiore risma si sprecavano e basta andare a leggerli qui.

Papa Leone XIV zittisce famoso professore ateo in dibattito universitario:



https://www.youtube.com/watch?v=-EfNnuP4XaY




 

https://www.youtube.com/watch?v=bvFx-BjW8rs



 


Ebbene, io ho voluto ricreare virtualmente il dibattito in questione, ma con dei reali interpreti e questa volta separati.
Da una parte il Papa con una platea di vescovi e cardinali.
Dall'altra un professore universitario, di sinistra "o forse anarchico, non so" e ateo, con una platea di youtuber "atei" e "credenti".

Il primo video è:

La prima omelia di Papa Leone XIV: "Gesù ridotto a superuomo è ateismo. Sparire perchè rimanga Lui"


Il secondo video è:

Domenicale: papa Leone XIV contro gli atei

 

E quindi ho voluto commentare la risposta di Matteo Saudino alias BarbaSophia, cosa che mi sembra più possibile e più alla mia portata e assolutamente non ho niente contro di lui, anzi lo trovo molto simpatico.  

Questo è il mio commento a riguardo e che potete trovare simile anche su YouTube:

Io comunque non capisco perché si generalizzi il concetto di ateo e credente, gli atei, dal temine greco sono senza Dio "a-theos", ma io vi dimostrerò che si può essere atei e religiosi credenti insieme.

I giainisti e anche i buddisti sono atei, non credono a un Dio creatore, ma sono anche credenti nella filosofia del Buddha che era ateo, che non era assolutamente un Dio e nemmeno una divinità, ma era un religioso perché era un monaco e aveva dei voti religiosi che si era dato da solo, e per questa cosa dovreste tutti informarvi meglio.

Intanto non c'è assolutamente bisogno di credere in un Dio per essere dei religiosi.

Quindi anche credenti non significa credere in Dio, tanto-meno essere cristiani, ebraici o mussulmani, ma piuttosto dall'avere una visione "anche personale" di cosa sia una religione e credere fermamente in essa, ma questa credenza può essere giusta o sbagliata, si può basare sia su fede cieca che su dogmi.
Ma anche su fede ragionata, basata su fatti accertati con la logica, chiaramente la seconda è molto più stabile e difficile da demolire della prima.

Ma anche l'eccezione di non-credente perde il suo significato se ci si riferisce esclusivamente al dualismo ateismo/monoteismo, poiché anche l'essere atei diventa soltanto una contrapposizione al monoteismo, che generalmente è basato solo su dei dogmi, mentre l'ateismo diviene anch'esso fede cieca, integralista, esclusiva per la visione scientifica e materialistica, senza nessun'altra apertura o via di mezzo.

Magari bisognerebbe parlare di (irreligiosità), perché anche l'agnosticismo si basa comunque sul rapporto con una divinità da ponderare meglio o di un giudizio sospeso a riguardo.

In India ci sono anche o c'erano, non so bene, gli edonisti "Charvaka", considerati al livello più basso nella filosofia indiana, anche questi sono atei e materialisti e forse sono i più simili alla concezione odierna dell'ateo in Occidente, anche se sono contemporanei del Buddha.
Essi rifiutavano completamente la divinità e credendo che tutto sia puro e bello, da godere in questa vita e non si facevano nemmeno troppe domande riguardo la sofferenza o rispetto alla morte, credendola definitiva.

Anche io non credo fermamente in Dio, ma questa mia certezza ha dietro basi filosofiche, lunghi ragionamenti e certezze realizzate che mi sono sorte studiando la filosofia Madhyamaka, direi che faccio più fatica a credere nelle vite passate e future "anche se di queste ormai ne ho quasi la certezza matematica", che nel non credere a un Dio.

Un altra certezza nella non esistenza di Dio mi viene ancora dallo studio dei testi di Buddha e di Nagarjuna riguardo al principio del Pratītyasamutpāda "sorgere dipendente, detto molto semplificatamene".

Non è che i buddisti passano il tempo a confutare Dio, ma è che per avere una visione chiara non-teistica e anatman "priva di un SE" questi teorie vanno studiate, ragionate bene e anche interiorizzate.

Penso anche, come te, che spesso Dio è stato un problema e crea ancora molti problemi, basta guardare le guerre di religione che esistono e sono esistite nei secoli.
Intanto ci sono molte centinaia di migliaia di persone religiose e nello stesso tempo atee, e intendo anche monaci, e laici con voti religiosi.
Buddisti e i giainisti sono atei, il Dalai Lama è ateo, tutte le centinaia di migliaia di monaci e laici buddisti e giainisti sono atei.
Ma non mi risulta che i buddisti abbiano mai fatto guerre di religione, il massimo delle controversie si risolvevano con il dibattito intereligioso, e anche in questo caso, arrivati gli islamici in India, hanno fatto sparire anche il buddismo e tutti coloro che potevano contraddirli intellettualmente.

I giainisti poi! Sono gli estremisti del concetto ahimsa, non-violenza e karuna, compassione.

Ma nemmeno mi sembra che i buddisti manchino di senso della vita, che non coltivino loro stessi la compassione, o diminuiscano la dignità della persona, il Buddha è stato il primo, ovunque nel mondo, a dare gli stessi diritti a monaci e monache, laici e laiche, ma anche ad abolire le caste tra i suoi seguaci.

Quindi anche il generalizzare "le religioni negano la dignità della persona", questo non va bene, non si può affermare questo riguardo al buddhismo.

Poi considero anch'io che questo Papa stia dicendo cose completamente assurde, e dovrebbe imparare dal Dalai Lama a essere meno settario, meno integralista, meno proselitistico, più aperto a realtà, scienza e cambiamenti.

La religione è un fatto personale, si può essere atei, cristiani, buddisti o altro, e essere "oppure non essere" delle brave persone, non è certo affibbiandosi un etichetta di religioso che si diventa persone migliori, altrimenti sarebbe semplicemente meglio cercare e scegliersi la religione, e la filosofia migliore che esista, e certamente il cristianesimo, come anche l'islam "con un seguito così popolare, becero e basato su fede cieca" non partirebbero avvantaggiati.

Se una persona fosse quello che mangia, dovrebbe sempre scegliere i cibi migliori, ma soprattutto in Italia e generalmente in occidente c'è molta ignoranza rispetto a altri "generi di cibo" è come se si dicesse "in questo piatto c'è la curcuma, quindi non voglio nemmeno assaggiarlo e preferisco rimanere digiuno", ma e proprio la varietà dei cibi e delle religioni che crea dei fedeli felici, appagati, autentici e motivati.

Basta guardare l'India, e io ci ho abitato per più di un anno, ci sono tutte quante le religioni più importanti, e anche tra gli induisti stessi esistono infinite sfumature, dai monoteisti sāṃkhya a quelli che a noi apparirebbero completamente atei, poi ci sono i buddisti e i giainisti che come o già detto atei lo sono veramente.
Poi i mussulmani sciiti e sunniti che solitamente si combattono, ma che li vivono in pace e in armonia, anche con le altre religioni.

Intanto la fede non è una gara, non dovrebbe basarsi sui numeri ma sulla qualità delle persone che ci credono e sui motivi "validi" per cui questi lo fanno.

Insomma le religioni sono fatte per gli uomini e non gli uomini per le religioni, non sono attività di merchandising, e se questo Papa sta facendo proselitismo, specie in questo modo antico e ipocrita, sta facendo "in grande" gli errori che hanno fatto molti dei predecessori: Cercando il consenso di molte persone "intellettualmente scadenti, venialmente interessate, negativamente settarie e fondamentaliste", che alla fine porteranno gli stessi e forse maggiori problemi del recente passato nella Chiesa.

Io capisco perfettamente gli atei, e infondo non è difficile confutare l'esistenza di Dio, capisco anche che quindi non vogliano passare tutta la loro vita a mangiare pane e formaggio da pessimi credenti.

Quindi la vera armonia religiosa sorge dalla varietà di possibilità, dalla libertà di scelta, dal rispetto e dalla conoscenza reciproca senza fini proselitistici, da un educazione secolare, da un ampio studio e conoscenza di tutte quante le religioni e filosofie, ma sempre con la libertà personale di scelta di praticarne una, oppure no.
Anche, perché no, provare una religione per un periodo, senza credi e imposizioni, e poi provarne un altra, finché si trova la propria strada, anche se atea. 

Io per esempio e come ho detto sono abbastanza ferrato in filosofia da confutare molte delle visioni sbagliate della religioni teistiche, ma non vorrei mai nuocere a chi crede in un creatore, ma la cosa deve essere reciproca e essi non dovrebbero imporre a dei bambini, anche se vengono da una famiglia cristiana, inculcargli la religione cattolica, come sta cercando di fare Valditara, mettendo l’insegnamento della bibbia alle elementari, oltre che assurdo, anacronistico e anche controproducente.

Questi bambini, da adulti, la rinnegheranno diventando totalmente atei, in questo modo danneggiano la mente di questi bambini e probabilmente anche la loro evoluzione spirituale e questo danneggia anche le altre religioni "che potevano realmente essere utili a queste persone nel futuro".

Ma non vorrei nemmeno che queste due designazioni, ATEO e CREDENTE fossero un modo di dire:
"Sono così orgoglioso della mia ignoranza riguardo alle religioni, al significato della vita e dei fenomeni che non voglio sapere nient'altro, ma appiccicandomi un etichetta di ATEO o CREDENTE e senza bisogno di evolvermi in un essere umano migliore, più curioso, intelligente e aperto, posso darmi le arie di filosofo, teologo o di grande saggio anche non meritandomelo affatto".

Tanto poi c'è il famoso mantra italiano "Tanto lo fanno tutti, quindi lo faccio anch'io".

Questo sarebbe lo stesso errore che fanno anche i vari credenti religiosi, integralisti e settari.

Poi c'è un altro mantra che va tanto di moda adesso e che è:
"E che ci posso fare io?", ma questo va recitato con un po di cantilena, piegando la schiena e le spalle in basso, e magari infilando la testa nella sabbia.... 

C'è un'altra cosa che vorrei dire e soprattutto ai cristiani, e credo che sia alla base della difficoltà nell'uscire da questo genere di dualismi, sia per la visione religiosa occidentale, che per quella dei "cosiddetti" intellettuali di sinistra, o anarchici, materialisti e atei.

Entrambe le visioni cristiana e comunista "e non intendo dirlo in modo offensivo" si basano su una dottrina sociale e anche materialistica, intendo dire che anche se il cattolicesimo auspica l'importanza della pratica spirituale, ma usa principalmente dei metodi materialistici "sociali" per risolvere i problemi delle persone, tutti metodi altamente apprezzabili, come la misericordia, l'assistenza verso i poveri.

Ugualmente apprezzabili sono il lottare i bisogni e la dignità della classe operaia e contadina del socialismo, dell'anarchia e del comunismo, l'unica grande differenza, anche guardando ai principi essenziali e autentici del vangelo, sono l'affidarsi o no a una divinità.
Ma comunque esiste sempre una sorta di intesa/malafede tra avversari politici.

E da qui cominciano anche i problemi reali, soprattutto i comunisti negando la divinità in modo integralistico, negano anche il diritto di praticare una fede religiosa, e questo solitamente aumenta anche il desiderio di religiosità.

Mentre la chiesa, quando impone un dogma alle persone in modo altrettanto integralistico, ottiene proprio il risultato opposto, ovvero il creare il dissenso e desiderio di laicità e di ateismo.

Il problema, come credo direbbe anche il Buddha, è che è praticamente impossibile risolvere i problemi mentali e sociali delle persone con metodi esteriori e materialistici, le persone non sono mai contente e hanno sempre nuovi e continui desideri, perché soffrono di bramosia, egoismo e attaccamento.

Se gli dai la tranquillità materiale, pretendono anche la felicita mentale e spirituale "inoltre continuano a credersi più importanti degli altri".

Se gli prometti la felicità spirituale e quella della prossima vita, preferiscono l'egoismo e la ricchezza materiale di adesso.

Poi c'è il problema delle risorse e del mantenimento, uno Stato comunista o socialista imperialista ha bisogno di molte risorse per mantenere il popolo felice e tranquillo, proteggersi dai nemici, e crescere.
Risorse che ormai sono inconcepibili senza un economia di mercato, lo sfruttamento dei lavoratori e quello dell'ambiente "e questo si vede chiaramente anche in Cina".

La Chiesa da parte sua ha problemi di mantenimento e un organismo estremamente costoso, con una gerarchia di persone che non si accontentano di poco, come facevano S. Francesco e Gesù, o come dovrebbero fare i monaci buddisti.

Quindi i bisogni dei fedeli, dei poveri e degli ultimi finiscono in secondo piano, ma comunque, anche facendo economie e vista l'enorme disuguaglianza economica, non li potrebbero mai soddisfare.

Anche visti gli errori che ha compiuto in passato, ha perso il suo potere di persuasione morale e politica.

Poi è indubbio che le risorse naturali non sono più sufficienti per tutti, anche se la Chiesa continua a mettere la testa sotto la sabbia, perché nella Bibbia c'è scritto "crescete e moltiplicatevi" **, e non intendo giustificare l'aborto che è grave anche per i buddhisti, ma gli anticoncezionali sono un metodo infinitamente meno violento.

Nel buddismo agiamo diversamente, c'è un famoso detto: "Se per proteggersi i piedi da sterpi e sassi si coprisse tutta la terra di cuoio sarebbe assurdo, ma ne basta un piccolo pezzetto sotto i piedi per risolvere completamente il problema".

Quindi, noi buddisti cerchiamo di cambiare le cose dall'interno, eliminando dalla nostra mente gli eccessi di attaccamento-bramosia, odio e ignoranza.

In questo modo pacifichiamo la mente dalle afflizioni, che creano maggiore bramosia, rabbia, insoddisfazione, incertezza e altri tipi di sofferenza mentale.

Questo, viene fatto esclusivamente attraverso lo studio, l'ascolto, la riflessione e la meditazione, e non esclusivamente con la preghiera, o con la fede cieca, almeno per quanto riguarda il buddismo sanscrito-tibetano.
Per quello Pali c'è un po più fede che prende alla lettera gli insegnamenti di Buddha ma nemmeno troppa differenza.

Quindi, anche la pratica diventa un interesse privato e un fatto personale, ci sono meno cerimonie di gruppo "tipo le messe", e più studio, pratica interiore in solitudine e meditazione.

Ognuno cerca di risolvere i propri problemi da se, se può, ma anche se non può cerca di accettare la sofferenza come purificazione e sentiero "quello che molti anni fa facevano anche i cristiani", ma noi abbiamo anche una visione di vite infinite passate e future, quindi il bene di questa vita è infinitamente meno importante del bene di tutte quelle future, come il bene di tutti gli esseri è infinitamente superiore al bene della singola persona e soprattutto nella propria singola esistenza.

Poi, per noi buddisti le cose positive pensate, immaginate e create solo con la mente, hanno quasi lo stesso valore di quelle fatte realmente e concretamente, ma non costano niente, non inquinano, non consumano risorse, si possono fare anche seduti da casa e senza nemmeno sporcarsi le mani.

Inoltre anche per il discorso del superuomo, sono stati proprio i cristiani a esaltare i miracoli del vangelo, nel buddhismo questo viene fatto maggiormente nel canone Pali, e nella religiosità più popolare, ma tra monaci e praticanti Mahayana, contano più i fatti concreti e i contenuti degli insegnamenti, il vangelo senza tutta questa esaltazione dei miracoli, probabilmente interesserebbe pochissima gente, ma la più concreta, intelligente e istruita.

Anche Nagarjuna, quando parla dei Livelli dei Bodhisattva, aggiunge "a questo livello si possono fare questi miracoli, a quest'altro, quest'altri", ma la funzione è stimolare il praticante a raggiungerli e ottenere loro stessi il potere di compierli.
Mentre per i fedeli cristiani questo è impossibile, è precluso, non possono divenire dei Gesù, quindi la definizione superuomo, come inarrivabile, è quella giusta.

**La Cina comunista non sta facendo meglio, visto che sta per mettere delle sovvenzioni per far nascere più figli, come dire "figli per la Patria".  

Scusate se mi sono intromesso!

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