Come risolvere tutti i conflitti intenazionali, secondo il Dalai Lama, e io mi associo.

In questo post vorrei cercare di mediare tra i pensieri di S.S. il XIV Dalai Lama riguardo a uno degli impegni che sta portando avanti, e il pubblico che non lo segue e forse non lo conosce troppo bene.

Chiaramente io non sono per niente qualificato per rappresentare Sua Santità, non arrivo nemmeno vicino a la sua saggezza, alla sua compassione e conoscenza.
Anch'io spesso ho difficoltà a comprendere molti dei suoi ragionamenti più profondi, ma seguendolo ormai da molto tempo, avendo assorbito anch'io un pizzico della sua saggezza, posso quindi cercare di fare da tramite con chi non è affatto abituato a questi insegnamenti e al suo pensiero filosofico.

Anche se S.S. parla molto spesso ad un pubblico molto più ampio di quello unicamente buddista, a platee molto vaste e di varia provenienza, religione, anche agli atei, in modo assolutamente non proselitistico, non settario, laico e secolare.

Certamente, a causa della povertà dei termini della lingua italiana, concernente parole che descrivono le qualità interiori, quelle della mente, come anche per quelle che riguardano le qualità della natura umana, quindi le scelte verbali sono estremamente limitate e spesso completamente inadeguate.
Rispetto alle raffigurazione dei difetti mentali e umani che vengono illustrate in modo vasto e prolisso, con numerosissime allegorie e rappresentazioni varie.

Quindi per riportare il Suo pensiero così sincero, dedicato al bene comune e profondo, dovrò fare molta più fatica, anche per cercare di non cadere nella retorica intellettuale o in quella buddista.

Mantenermi distante da commenti e da polemiche personali, che l'apprezzamento per le visioni ampie, cristalline, realmente amorevoli e pacifiche di S.S. mi ispirerebbero, pensando a quanto invece siano fosche, grette e ristrette le visioni di chi detiene attualmente il potere in gran parte di questo mondo.

Il primo degli impegni principali di S.S. sono il promuovere la felicità per tutta l'umanità e questa si ottiene soltanto attraverso la pace interiore degli individui.

La mera conoscenza o l’acquisizione di beni materiali o di potere non sono una garanzia per ottenere la felicità, ma questa felicità e tranquillità può essere raggiunta concretamente attraverso lo sviluppo di pazienza, consapevolezza e compassione.

Le preoccupazioni di S.S. riguardo all'attuale sistema di istruzione, basato su una visione Occidentale, totalmente materialistica, totalmente priva di concetti profondi, di interesse comune, di elevazione spirituale, spinta umanitaria e pace interiore.
Questo sistema di istruzione occidentale, introdotto anche in India e soprattutto a causa dell'occupazione britannica, che non incorpora più l'antica tradizione indiana di compassione, non-violenza, secolarità, assoluto rispetto tra tutte quante le religioni o filosofie che esisteva da moltissimi secoli in questo Paese.

Almeno per quanto riguarda questo impegno, Egli afferma l'importanza di riportare l'antica tradizione di Ahimsa e Karuna nell'istruzione moderna, assieme allo studio della mente e dei fattori mentali che deriva dalla conoscenza dell'India antica e dall'antica università sanscrita del Nalanda, ma anche se questo sapere deriva dalla tradizione buddista, questa conoscenza va reintrodotta soltanto ed esclusivamente a livello secolare e come semplice materia di studio. 

Unitamente al patrimonio di conoscenza e sviluppo della mente delle antiche filosofie indiane di Shamatha "concentrazione meditativa" e Vipashana "analisi mentale profonda e intuitiva", che sono da millenni un patrimonio comune tra tutte quante le antiche religioni indiane e che sarebbero estremamente utili anche a noi occidentali, agli scienziati, a tutti i praticanti di ogni religione, e persino agli atei.

Secondo S.S. il Dalai Lama, anche se non lo sto citando testualmente, quasi tutti i problemi del Mondo, le insoddisfazioni, le frustrazioni, violenza, guerra, ecc..
Derivano anzitutto dalla propria mente che non è in pace, affetta com'è da innumerevoli afflizioni, visioni erronee e cattiva comprensione della realtà.
Da queste cause derivano l'enorme quantità di sofferenza mentale, che affligge tutti gli individui, di tutte le classi sociali, specialmente in occidente e adesso principalmente i giovani.
Questa sofferenza mentale è causata principalmente dall'istruzione materialistica moderna di stampo occidentale, che è estremamente carente nell'insegnare dei sani e validi principi positivi, universali e etici.
Ma che invece crea maggiore divisione, competizione, individualismo, sospetto reciproco.
Stimolando gli egoismi più deleteri per della sana convivenza, per la pace comune e creando, in un mondo globalizzato, delle divisioni fondate su aspetti molto poco importanti, basati su percezioni superficiali, parziali, erronee e limitate.
Focalizzando sempre l'attenzione degli studenti su degli aspetti e delle differenze secondarie, di razza, appartenenza culturale, religione, status sociale, ecc..

Concentrandosi esclusivamente su un insegnamento materialistico, unicamente dedicato allo sviluppo di conoscenza culturale e scientifico materialistica e fine a se stessa.

Privo di alcuna spinta etica verso concetti come, il rispetto reciproco, la pace mondiale, la fratellanza universale, la benevolenza, l'interesse e il prendersi cura degli altri, del pianeta e dell'ambiente.
Ma interessata solo e esclusivamente, agli aspetti materiali dell'esistenza e delle persone, a ciò viene imposto e stabilito dalla società e cultura occidentale come l'unica meta e valore nella vita, il perseguire sempre una migliore posizione sociale, migliore carriera, maggiore successo, guadagno e potere sugli altri.

Spingendo i giovani verso il più gretto individualismo, all'isolamento sociale, al vuoto di ideali profondi e di sane aspirazioni idealistiche.

Proponendogli solamente il vago e illusorio miraggio di poter ottenere un appagamento personale esclusivamente tramite l'acquisizione di beni materiali, delle vacue illusioni del mondo, del progresso fine a se stesso e dalla mera esteriorità.

 Sua Santità il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso

Mentre il Dalai Lama parla di un mondo in cui dovremo sentirci tutti quanti un unica famiglia, un unica umanità di sette miliardi di fratelli, tutti quanti sostanzialmente uguali, tutti quanti importanti allo stesso modo e pienamente consapevoli di essere totalmente interdipendenti gli uni da gli altri.

Infatti, se consideriamo con lucidità la situazione mondiale, potremo renderci conto che in questo mondo globalizzato, ovunque noi siamo e a qualunque livello sociale apparteniamo, subiamo comunque, e tutti quanti indistintamente gli stessi problemi, a causa del clima, del riscaldamento globale, di pandemie, disastri naturali, incendi, guerre, carestie e migrazioni di massa.
Anche l'economia e le informazioni sono ormai totalmente globalizzate, le persone sono ovunque e totalmente interconnesse, il Nord del Mondo non può fare a meno del Sud, ne l'Est dell'Ovest.

Inoltre, tutti quanti noi esseri umani abbiamo e subiamo lo stesso tipo di sofferenze legate a decadimento, vecchiaia, malattia e morte.

Magari i ricchi soffrono più di insoddisfazione, mentre i poveri di maggiore incertezza, ma per tutto il resto nessuno di noi può sentirsi concretamente indenne o libero dalle numerosissime sofferenze che pervadono tutta la nostra esistenza, ne invulnerabili o tantomeno può fare a meno degli altri per sopravvivere.

Mentre, se comprendessimo e accettassimo il fatto che l'unico modo per essere realmente felici è prendersi cura degli altri con gentilezza.

Mentre, invece se ci prendiamo cura soltanto di noi stessi o ci curiamo soltanto dei nostri interessi e di quelli delle persone a noi più vicine, ogni nostro problema ci apparirà ingigantito, tutto e tutti sembreranno accanirsi contro di noi.
Se invece ci prendiamo a cuore i problemi degli altri e ragioniamo più globalmente, pensando a tutti quanti gli esseri come nostri fratelli, i nostri problemi diventeranno irrisori e tutti quanti gli altri ci appariranno molto più gradevoli, amichevoli e interessanti.

Infatti, S.S. fa notare che quando i bambini sono molto piccoli non fanno assolutamente distinzione tra razze, religioni, differenze sociali o culturali, essi sono felici soltanto di giocare con altri bambini.
Ma poi, quando entrano nel campo dell'educazione gli vengono immediatamente insegnati questi preconcetti limitati e superficiali, riguardo la loro nazione, la loro religione, razza e posizione sociale.
Anche nell'insegnamento delle materie più classiche, come ad esempio la storia, si prendono sempre in considerazione dei personaggi considerati degli eroi da una parte, o i cattivi dall'altra, personaggi che inoltre, sono tutti quanti, quasi senza eccezione e "anche quelli che consideriamo i nostri eroi nazionali" sostanzialmente degli assassini.

Gli si parla di un altro Paese come del nemico, o lo si fa di una differente religione o di qualcos'altro che appare diverso da noi, come se fosse qualcosa di alieno, qualcosa di sempre tendenzialmente negativo o pericoloso.

Invece di stimolare un reciproco rispetto, anche riguardo a cittadini di uno stesso Stato, si suscitano ancora più divisioni culturali e sociali, stimolando maggiore competizione individualistica e insano egoismo.
Invece non si parla di una sana e positiva competizione, nell'avere maggiore volontà di emergere per ottenere maggiore potere e abilità nel prendersi cura degli altri "e noterete che nel nostro vocabolario non esiste nemmeno un termine adatto a descrivere questo concetto".
Quindi il Dalai Lama parla dell'assoluta necessità di insegnare e di inserire nel curriculum di studio, insieme alle materie canoniche dell'educazione occidentale, altre materie che servono a sviluppare le qualità umane di rispetto reciproco, pace, compassione, buon-cuore e fratellanza globale.  
Queste materie anche se derivano da un antica tradizione religiosa indiana di Ahimsa e Karuna, non vanno insegnate soltanto in India, esse sono un patrimonio globale e utili a chiunque nel Mondo, ma vanno insegnate esclusivamente dal punto di vista secolare e non come insegnamento religioso, poiché il vivere felicemente e in pace sono esigenze di tutte quante le persone, che siano credenti o non credenti, che appartengano ad una religione o ad un'altra, anche se sono fermamente atei/e o persino disprezzino tutte quante le religioni.

L'assoluta necessita e urgenza dell'inserire queste materia nell'istruzione mondiale, deriva principalmente dal fatto che il nostro mondo, anche al di sopra della nostra volontà, sta per arrivare al suo termine, a causa dei cambiamenti climatici "che ci riguardano ormai tutti quanti", ma anche a causa dei conflitti tra Stati, dal timore di una possibile guerra nucleare globale, a causa dell'odio reciproco, della gretta animosità di pochi individui influenti, dalla paura, dal sospetto, causato a sua volta dalla cattiva istruzione, dalla cattiva comprensione e comunicazione tra persone.

Nonostante la situazione drammatica climatica, politica e sociale, tutte quante le popolazioni, le industrie, le multinazionali e i Paesi continuano comunque ad abusare del Pianeta, ad accusarsi o a combattersi reciprocamente.
Invece di goderci questi ultimi anni che probabilmente ci restano ancora da vivere sulla terra, in pace e relativa tranquillità, continuiamo a comportarci in modo estremamente stupido, assurdo e molto negativo.
Ci comportiamo come se fossimo dei condannati a morte che litigano perfino nell'ultimo momento della loro vita, anche quando sono già legati sul patibolo. 

Mentre dovremo vivere in pace come degli amici e dei fratelli, cooperando, aiutandoci reciprocamente, cercando tutti insieme di risolvere i problemi del Mondo, quelli che abbiamo creato noi stessi, tutti quanti, con la nostra stupidità, avidità e arroganza.

S.S. dice anche che, nell'educazione di stampo occidentale, l'insegnamento riguardo alle emozioni positive viene delegato esclusivamente alle religioni, ma questo non è affatto sufficiente, è troppo condizionante, e in certi casi può divenire controproducente, creando ancora più divisioni, discriminazione tra i sessi, tra le varie religioni, le varie filosofie e differenti culture.
Quello che serve è un studio della mente e delle emozioni totalmente secolare, molto più immersivo e approfondito, che inizi dalle scuole elementari e continui con quelle superiori, fino alla maturità.
Poiché la religione è un affare personale, mentre la felicità, pace mentale e globale sono cose che ci riguardano tutti, nessuno escluso.

Bisogna conoscere bene quali siano le emozioni negative da ridurre o eliminare, e quali siano quelle positive da incrementare, su come usare degli antidoti per tutte quelle afflizioni mentali e che sono le cause che distruggono la nostra pace, la nostra salute, la capacità di concentrarci e la felicità interiore. 

Nell'essere umano sono presenti, sin dalla nascita, i sentimenti di Amore e Compassione per i propri simili, il problema deriva dal fatto che, invece di essere coltivati "sia in famiglia, sia nella scuola, che nella società" vengono spesso considerati una debolezza o addirittura fragilità mentale, come accade ad esempio nel film di Rossellini, Europa '51.

Oppure questi sentimenti di compassione e amore fraterno vengono ammessi esclusivamente nella pratica religiosa, mentre invece al di fuori di questa, si spingono i propri figli, e le giovani generazioni in generale, verso una maggiore competitività, rivalità, o verso insano e ottuso individualismo e il desiderio di prevalere sugli altri.

Quindi e ovviamente, a causa dell'incoerenza di tutta la nostra società, specie quella occidentale, anche la pratica religiosa perde sempre di più il suo autentico significato di crescita spirituale, mezzo per realizzare la pace, la felicità interiore, il buon cuore e la compassione.
La religiosità rimane sempre più relegata alle apparenze o a delle consuetudini formali, alla tradizione familiare o a quella locale, all'infanzia e successivamente abbandonata, prima concretamente e poi definitivamente.
"E questa è soltanto una mia considerazione personale" Il Dalai Lama non si permetterebbe mai di intromettersi nei problemi di altre religioni, tranne che per stimolare un dialogo pacifico e di armonia religiosa. 

La realtà delle emozioni 

Quello che il Dalai Lama vuole farci capire, è che tutti i sentimenti negativi verso gli altri come l'odio e il disprezzo, ma anche l'attaccamento eccessivo verso gli amici e l'ignoranza verso gli estranei, derivano soltanto da apparenze, sono assolutamente illusori e create da visione sbagliate e superficiali.

Per esempio, se andiamo a cercare, a indagare dove sia questo nemico o anche l'amico, capiremmo che queste sono soltanto designazioni che derivano da concetti limitati, parziali, temporanei e erronei.

Consideriamo amico chi al momento ci sta beneficiando e nemico chi ci ha danneggiato in passato, o ha danneggiato soltanto un nostro amico o conoscente.

Oppure consideriamo nemici persone che non cui hanno fatto proprio niente, solo perché vivono in un Paese che consideriamo il nemico, o hanno un'altra religione e differente cultura.
Specialmente perché ci viene trasmessa e imposta questa visione sin da piccoli, da chi detiene la cultura, il potere politico, o chi controlla la comunicazione e la percezione emotiva di tutta la popolazione.
Spesso anche i capi religiosi per conservare il proprio potere, creare più dipendenza e sottomissione, alimentano maggiori paure, odio e divisioni con persone della stessa o di altre religioni.

Ma in concreto, come possiamo sapere se il nostro migliore amico di oggi domani ci tradirà, mentre, quello che consideriamo il nostro nemico ci salverà la vita e forse diventerà il nostro migliore amico domani.

La stessa cosa vale anche per chi adesso ci appare assolutamente indifferente..
 
Mentre invece, se coltiviamo la compassione per tutte quante le persone, basiamo il nostro giudizio su dei motivi validi e inequivocabili.
Per esempio, se consideriamo tutte le persone che nel mondo ci danneggiano e tutte quelle che ci beneficiano, quelle che ci beneficiano sono in numero immensamente maggiore.
Anche considerando tutte quelle che silenziosamente e quotidianamente ci aiutano, come il lattaio, il fornaio, il postino, chi tiene pulite le nostre città o ci porta da un luogo all'altro con i mezzi pubblici.
Mentre i nostri nemici, visti in modo ampio e olistico, dovremo considerarli i nostri migliori maestri, perché ci fanno sviluppare la pazienza, ci aiutano a vedere e superare tutti i nostri difetti, a sviluppare una autentica compassione basata su reale equanimità di giudizio, tutte queste virtù morali non potremo mai svilupparle se tutti quanti ci fossero amici.

Quindi è grazie alla compassione che ci dimostrano gli altri, anche inconsapevolmente e involontariamente, che risolviamo tutti i nostri problemi materiali, e grazie a questa loro gentilezza che possiamo sentirci autenticamente e interiormente felici.

La stessa cosa succede quando ci prendiamo noi cura degli altri con una motivazione di buon-cuore, amore e compassione:
Anche gli altri prima o poi apprezzeranno questi nostri sentimenti e ci ripagheranno di conseguenza, quindi possiamo anche affermare che il beneficiare gli altri sia la forma migliore di egoismo "di egoismo intelligente", mentre il pensare soltanto a se stessi e ai propri interessi ci rende "degli egoisti stupidi" estremamente soli, infelici privi di affetti e di autentici amici sinceri.
 
Adesso spieghiamo quali sono questi punti, queste istruzioni speciali che riguardano la mente e i sentimenti positivi, lo sviluppo di pace, di felicità interiore.
Queste spiegazioni, questi concetti esistono da migliaia di anni nella tradizione indiana e ancora prima che esistesse il buddismo, sono Ahimsa "a-ìm-sa" che significano non-violenza "non nuocere o non danneggiare" ed è la stessa non-violenza praticata anche da Mahatma Gandhi e da altri personaggi famosi come Martin Luther King e Nelson Mandela.
Karuna che è la compassione e che non riguarda solamente gli esseri umani, ma  tutti quanti gli esseri viventi del pianeta.
"la pagina italiana di wikipedia è sbagliata, si parla soltanto di karuna riguardo al buddismo, ma il concetto è ben più antico e comune tra tutte le religioni indiane, compreso induismo, giainismo e naturalmente anche il buddismo".

Questi concetti che sono sempre da considerarsi principi secolari e anche se sono qualità comuni tra tutte le principali religioni indiane, vengono spiegati nel modo migliore, assieme al modo di sviluppare tutte queste qualità morali, specialmente dalla tradizione buddista del Nalanda, una famosa e antica istituzione universitaria monastica, divenuta in seguito buddhista. 

Questa antica tradizione era praticamente scomparsa dall'istruzione e dalla conoscenza dell'India moderna, soprattutto a causa delle invasioni e delle imposizioni culturali e religiose del passato, mentre è stata mantenuta assolutamente viva e attualmente praticata nella cultura tibetana, assieme allo studio della mente e dei suoi fattori mentali, Lo-rig in tibetano.

Debbo fare una precisazione "anche se devo farlo in modo molto veloce, molto semplicistico e ahimè, certamente poco preciso e/o non completamente esatto", nella filosofia indiana, specialmente in quella buddista, la mente non è meramente il cervello, che invece viene considerato il livello più grossolano della coscienza, quello che comunica direttamente con gli organi dei sensi, le 5 porte delle coscienze sensoriali, la "vera" mente, la mente primaria è la sesta coscienza, che è formata da numerosi fattori mentali, ma anche da tanti livelli di coscienza, da quelli più grossolani a quelli sempre più sottili.

Questa mente è un continuum in perenne scorrere e se viene osservata, rapportandola all'attimo presente è assolutamente inafferrabile, viene inoltre ritenuta senza inizio e senza fine, la cui natura ultima è quella della chiara luce, la mente Illuminata dei Buddha e che potenzialmente è presente anche in tutti noi.

O citando il Buddha: "Ho scoperto questa realtà, luminosa e pacifica, priva di elaborazioni, chiara luce non composta. Ma non so come spiegarla agli altri, quindi tornerò di nuovo a meditare" e dopo ciò Egli formulò l'intera dottrina che oggigiorno ancora studiamo. 

La conoscenza della mente "non solo a livello del cervello, come avviene nelle neuro-scienze occidentali moderne" è assolutamente insufficiente, si basa esclusivamente sull'analisi di ciò che appare superficialmente alle coscienze sensoriali, ma non va a indagare le varie emozioni, le cause o i fattori che le provocano e che derivano esclusivamente dalla sesta coscienza.
Comprendere come queste emozioni vengano prodotte è fondamentale per comprendere quali siano i fattori e le emozioni negative che agiscono anche sul cervello e distruggono la pace mentale, di conseguenza anche la felicità e la calma interiore.

Una volta comprese le cause che distruggono felicità e pace interiore, possiamo applicare gli antidoti, che sono le emozioni positive contrastanti.

Come per esempio, dovendo contrastare l'odio, lo faremo sviluppando la compassione, mentre, per l'attaccamento morboso, useremo la comprensione dell'autentica natura dei fenomeni e che tutti quanti i fenomeni non esistono affatto come appaiono alla nostra mente, alle nostre coscienze sensoriali.
La loro natura è priva del possedere le caratteristiche che noi gli attribuiamo e quindi dobbiamo analizzare e comprendere che sono vuoti dal possedere quelle qualità che gli attribuiamo e realizzeremo la natura insoddisfacente dei fenomeni di cui proviamo così tanta bramosia.

Questa pace interiore è basata esclusivamente sulla conoscenza, la comprensione, ragionamenti concreti, fatti e evidenze.

Non sul pregare Dio o il Buddha perché siano loro a risolvere i nostri problemi, ma questa è la vera conoscenza secolare, l'unica via d'uscita per portare la pace in noi stessi e in tutto il resto del mondo, a prescindere da fedi e religioni.

Nella tradizione del Nalanda queste emozioni sono descritte in modo estremamente minuzioso, e con grande cognizione di causa, inoltre vengono illustrati molto bene anche gli antidoti alle emozioni distruttive e come adottarli efficacemente.
Ma nonostante il fatto che questi insegnamenti siano di carattere religioso, possono essere utili all'intera umanità, siano credenti o non credenti, o appartengano a differenti religioni.

Questi grandi maestri del passato, come Nagarjuna, Chandrakirti, Shantideva e altri, avevano a cuore il bene dell'intera umanità, la loro preoccupazione e l'interesse per il bene comune non discriminava proprio niente o nessuno.

Anche i loro libri, se vengono studiati e recepiti in modo secolare, come dei comuni mezzi di apprendimento, possono continuare il loro intento, quello di essere di beneficio a tutti gli esseri infiniti come lo spazio.
Questi testi per lo studio approfondito della mente, possono e dovrebbero essere inseriti nel curriculum scolastico, a prescindere della loro connotazione religiosa o filosofica.

Ma questa rivoluzione può e deve partire proprio dall'India, poiché questi insegnamenti fanno parte della loro cultura millenaria dello sviluppo mentale, anche se questi valori erano stati smarriti in passato, adesso sono stati riscoperti grazie alla conoscenza e alla saggezza della cultura tibetana.

Quindi deve essere proprio l'India moderna a dover unire e unificare l'istruzione occidentale con l'antica tradizione filosofico-scientifica indiana, in particolare quella del Nalanda.

Creando una nuova classe dirigente, una nuova generazione di cittadini del mondo molto più pacifica, più compassionevole, attenta al nostro pianeta e all'intera umanità.

E il paragrafo seguente lo aggiungo io:

Si capisce anche chiaramente da dove sorgano tutti i problemi mondiali, con questa classe dirigente e tutti gli attuali capi di Stato.

Tutte queste persone vengono scelte e arrivano da scuole prestigiose e dalle università più esclusive e costose.
Soprattutto nei Paesi maggiormente dominati dal potere politico-finanziario e dal profitto come gli USA.
Queste università e scuole prestigiose sono il peggiore sistema educativo che sia possibile, magari creano anche persone super-qualificate, con un altissimo livello di istruzione e conoscenza, ma sono assolutamente incapaci di creare degli esseri umani compassionevoli, pacifici, mentalmente aperti e dedicati esclusivamente al bene comune.

Mentre bisognerebbe scegliere i nostri leader, certamente tra le persone più capaci e intelligenti, ma che provengano da scuole o situazioni socialmente variegate, multiculturali, multirazziali e assolutamente secolari. 

Quindi, persone provenienti da delle università pubbliche, da ceti medi e anche dalla classe contadina e operaia.

E forse sarebbe meglio che, anche in Italia, se l'India riuscisse a compiere questa rivoluzione culturale, assumessimo la nostra classe dirigente direttamente dalle loro università, mandando i nostri a farsi le ossa, a imparare questi concetti nelle scuole indiane, multiculturali, multirazziali e secolari.

Per farla breve ci vorrebbe una pandemia mondiale di Karuna Virus, "ovvero, il virus della compassione". 

Grazie e a presto!

Rendendomi conto di non essere il soggetto migliore per dare agli altri lezioni di morale e/o coerenza, comunque sarei felice se qualcosa di quello che ho scritto potesse esservi
stato d'aiuto. 

"Questo post a causa della complessità dell'argomento non può dirsi veramente terminato o corretto, quindi abbiate un po di pazienza".

 

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