Come dovrebbe esser un UBI migliore, secondo me.

Io non ne faccio un mistero del fatto che non amo per niente l'Unione Buddista Italiana che c'è adesso.
Intanto è un autorità centralistica che dovrebbe rappresentare tutti i buddisti e questa è una visione conformistica assolutamente soggettiva, assolutamente inverosimile ed ipocrita.

Buddha stesso non ha dato insegnamenti uguali per tutti quanti i suoi discepoli e non ha detto conformatevi tutti alla visione più bassa, o nemmeno che tutti dovessero praticare il sentiero degli individui dalle qualità superiori.

Dovremo tutti sapere chiaramente, che esistono differenze enormi tra le varie e diverse tradizioni, ma comunque c'è grande rispetto tra tutti coloro che praticano schiettamente e coerentemente l'autentico Sentiero Spirituale, o Dharma.

Anche se nel canone Pali non si riconoscono i Sutra del Secondo o Terzo Giro della Ruota Del Dharma, sono comunque convinto che, anche loro si rendano sinceramente conto, che i valori esposti nei Sutra del Mahayana siano corretti, validi, ed abbiano la stessa matrice comune ed uguale autorevolezza.
Altrimenti molti di loro non visiterebbero e non apprezzerebbero gli insegnamenti di Sua Santità in Dharamsala.

Mentre, non vedo nessun vantaggio ad includere, tra questi sinceri ed autentici praticanti, dei soggetti estranei ed alieni, delle schegge impazzite, degli spiantati come i nichiren, o comunque essi si facciano chiamare.

Mi sembra che l'unico interesse plausibile sia quello di fare numero ed in modo arrogante affermare "vedete quanti siamo anche in Italia e in Occidente!"

Ma probabilmente questa scelta è soltanto dettato dalla cupidigia di potere ed entrate, questi nichiren sono in tanti e portano molti soldi del'8xmille.

E grazie! Una pseudo religione buddista, tutta tarallucci e vino, attira certamente tante persone, ma forse non sono le persone più adatte al sacrificio, al bene, o alla disciplina etica e morale che è richiesta nell'autentico buddismo, lo stesso genere di individui che hanno rovinato il prestigio, la onestà e l'onore della chiesa cattolica in passato.

"Ma forse il nostro desiderio è quello di fare la stessa fine?"

Di metterci nelle mani di burocrati ed intrallazzoni, per il desiderio di potere, di prestigio o di fare dei soldi più facili?

Intanto trovo alquanto inragionevole avere un autorità monolitica e dispendiosa, quando basterebbe redigere una specie di statuto, tipo una fondazione del Terzo settore, o qualcosa di simile, presso uno studio notarile e riunirsi periodicamente per rivedere le esigenze di ognuno dei soggetto:
Quindi concordarne le eventuali migliorie ed i cambiamenti da apportare, ma sempre come tra dei semplici gentiluomini e sinceri praticanti.

Poi per gestire le finanze dell'8xmille sarebbe molto più pratico, sicuro, ed anche probabilmente meno costoso affidarsi a uno studio privato, e per le eventuali questioni con lo Stato Italiano, basterebbe affidarci solo temporaneamente ad amministratori locali o Regionali, per esempio le regioni di Toscana e Lazio che hanno monasteri nel loro territorio, questo gioverebbe anche al prestigio dei giovani amministratori, e che magari intendono affermarsi anche a Roma.

Forse un autorità solo rappresentativa, un testimonial autorevole potrebbe essere sufficiente e forse anche utile.
Per esempio un professore universitario di filosofie orientali affermato ma già in pensione, oppure qualcuno di molto conosciuto, famoso, con un ottima conoscenza del Dharma e dell'inglese:
Ma comunque non qualcuno in piena attività e magari solo a titolo gratuito, o al massimo con il rimborso delle spese di rappresentanza.
Comunque sarebbe meglio che tutto il denaro andasse principalmente al sostegno del Sangha, e fossero soprattutto i monaci e le monache ad ottenerne i vantaggi primari, e principalmente loro stessi, a dettare i principi di tale statuto.
Sarebbe anche molto edificante se si riunissero periodicamente, tra di loro "e tra tutte le varie tradizioni diverse di Sangha", per deciderne le regole, rivederle o rinnovarle.

Comunque quello che manca principalmente in Italia è un luogo di culto comune a tutti gli ordini monastici, in India c'è Bodhgaya, ma in Italia non c'è un qualcosa di simile ad un Assisi per i buddisti, e sarebbe qualcosa di fondamentale crearlo, come dovremo finalmente aspirare ad avere i nostri primi santi e realizzati italiani ed occidentali e perché vedo molto difficile ottenere tali realizzazioni, dovendosi spostare annualmente, viaggiando in India per pellegrinaggio "anche perché il costo dei viaggi intercontinentali è destinato a crescere in maniera esorbitante a causa del futuro costo dei combustibili".

Dovrebbe esserci un centro di ritiro monastico, dove è possibile soggiornare e meditare per lunghi, ed anche lunghissimi, periodi; Dove anche i laici possano andare per fare ritiri, chiaramente per periodi non inferiori ai tre mesi, pagando soltanto 1000€ e 200/250€ al mese, per i mesi successivi, o anche poter decidere in futuro di intraprende la vita monastica.

Dove ci siano sempre dei Maestri qualificati e meditatori esperti in azione, e dove sia possibile che qualcuno di loro così riesca, o possa anche aspirare a realizzare Shamatha, Bodhicitta o Shunjata.

Per questo luogo, sarebbe più facile discuterne con la Curia Cristiana, e/o con lo Stato Italiano, per vedere se esistono già dei luoghi disponibili, eremi in abbandono, o con pochissimi frati cattolici, da condividerne gli spazzi, certamente ognuno con la propria libertà ed autonomia, ma dividendone anche le ingenti spese della gestione, credo che questo potrebbe essere un esperimento che gioverebbe ad ambedue i soggetti in questione, ed avvantaggerebbe, beneficiandoli entrambi.

"Senza dover aspettare decenni per avere un monastero autonomo, ma/e solo per un singolo ordine religioso, bellissimo ma probabilmente un gioiellino troppo costoso e già insufficiente alle esigenze di un probabile futuro e numeroso Sangha.", ma di questo ne voglio parlare in un altro post e più avanti.

Quello che intendo dire è dobbiamo essere coerenti, non montarci troppo la testa con delle vacue apparenze di potere, solennità, vanagloria o spese esorbitanti.

Continuare ad essere semplici e molto parsimoniosi,  perché siamo ancora troppo pochi in Italia, almeno parlando degli autentici praticanti.

Credo che includere in un nuovo UBI soltanto le tradizioni che abbiano nel loro Sangha dei monaci completamente ordinati, sia la cosa fondamentale e la migliore e più saggia da fare.

Ed anche i praticanti dello Zen, se ne vogliono essere più partecipi, visto che non esistono più quegli impedimenti al celibato che c'erano, quando gli antichi imperatori giapponesi dettavano legge, e soprattutto le monache zen che sono più libere di agire a riguardo, sarebbe un bene che almeno pochissime di esse prendessero l'ordinazione completa dei voti Pratimoksha, certamente rimanendo sempre monache zen, ma diventassero così, come dice il Dalai Lama, "Buddisti del ventunesimo secolo".

Comunque anche i politici Italiani dovrebbero capire che il nostro mondo è troppo affollato per fare degli sciocchi nazionalismi, o troppo laicismo, ed aiutassero, anche finanziariamente, piuttosto che vedere dei giovani che ciondolano senza  un occupazione, chiunque aspiri a intraprendere una vita monastica, di qualunque religione esso voglia, dato soprattutto che, questo è il modo migliore, più sicuro e meno violento di limitare il numero delle nascite o altre degenerazioni.

Inoltre dobbiamo considerare che in passato "sia in Italia che in Tibet", c'erano il maggior numero monasteri e di monaci al mondo.

In Tibet a causa dell'invasione cinese, in Italia a causa del crollo delle vocazioni, questo si è molto ridotto.

Quindi si potrebbe anche avere un interesse in comune, infondo gli esuli tibetani sono bravissima, e degnissima gente, molto spirituali ed anche dei grandi lavoratori, chissà se non potrebbero fare il miracolo di risvegliare anche la nostra coscienza religiosa, ed anche quella ormai assopita dei Cristiani.

Ciao e grazie!

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